martedì 23 dicembre 2014

Auguri dall'Associazione D.F.P.

L'Associazione D.F.P. è lieta di augurarvi un sereno Natale e un felice 2015

Segnaliamo che l'Associazione partecipa alla rassegna annuale organizzata dalla Proloco "Un Paese di presepi" con un'installazione situata in Piazza IV Novembre

mercoledì 10 dicembre 2014

"Anticaglia e Pezzette" - Mercatino dell'artigianato artistico

Il Laboratorio di restauro Ennio Gentile, sito in Via Monte Salviano ad Avezzano (AQ), organizza la quinta edizione della rassegna dedicata all'artigianato creativo e, per l'occasione, si trasformerà in uno spazio espositivo dove poter curiosare tra antichità e creazioni manuali.
Numerosi saranno gli oggetti nati dalla fantasia dei tanti espositori che lo animeranno.
L'Associazione rinnova la sua collaborazione con il Laboratorio partecipando alla quinta edizione della manifestazione con l'allestimento di spazi espositivi curati da alcuni suoi associati e artigiani di Villavallelonga.
La rassegna sarà visitabile nelle giornate del 12-13-14 dicembre 2014 con i seguenti orari:

 12 dicembre: dalle 16.00 alle 20.00

13 e 14 dicembre: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

venerdì 24 ottobre 2014

"Ess Priglie!" - Dolciumi, Racconti e Storie del Mistero


L’Associazione di Promozione Sociale D.F.P. e il Comune di Villavallelonga (AQ) sono lieti di invitarvi all’iniziativa culturale che si svolgerà all’interno del “Terratone” di Via Lippa (Piazza Olmi)
Sabato 1 Novembre 2014 a partire dalle ore 16:00
“Il giorno in cui è nata l'idea del ritorno "I Priglie", pensavamo ai nostri nipoti ed allo stupore
nei loro occhietti nell'ascoltare storie d'altri tempi.
Il progetto iniziale era quello di radunare i bambini al Bar Benny,
tant'è vero che avevamo chiamato Carmela che ne era stata subito entusiasta.
Oggi che lei è andata via pensavamo non avesse più senso andare avanti con il progetto...
Ma poi ci siamo detti: Perché queste creature dovrebbero pagare ulteriormente
il prezzo già altissimo di questo dolore?.
Così abbiamo rimesso mano all'idea, ampliandola, inserendola all'interno di un percorso che, in fondo, già esisteva: quello della tutela del patrimonio culturale locale e dell'immaginario infantile.
Questo è il nostro scopo, con la speranza di un richiamo ad un'altra realtà,
quella che non percepiamo, quella che solo gli occhi di un bimbo riescono a vedere e che gli adulti, ingenuamente, assumono non esistere; quella dove siamo protetti e osservati in silenzio.”

(Domenica Miele – Responsabile dello Sportello d’Ascolto)
Un affettuoso pensiero va alla Nostra spiritosa Amica Carmela Serafini,
alla quale questa iniziativa è dedicata – Ass. D.F.P.

 

venerdì 17 ottobre 2014

Nelle Terre degli Orsi - Quinta escursione

 
A CAUSA DI CONDIZIONI METEO AVVERSE L'ESCURSIONE E' RIMANDATA
 

L’Associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano - Onlus “Salviamo l’orso” in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale D.F.P. organizzano la quinta escursione nelle terre frequentate dall'orso bruno marsicano rivolte, in particolare, ai rispettivi associati.

Con esperti naturalisti e conoscitori del territorio percorreremo sentieri di alta montagna visitando l'importante catena dei Monti Ernici nella Valle Roveto alla scoperta delle abitudini, conoscenze e curiosità legate al plantigrado e alle altre specie animali e vegetali immersi nel bellissimo e colorato scenario tipico dei boschi autunnali.

Per gli interessati a partire da Villavallelonga la partenza è fissata alle ore 7:00 da Piazza IV Novembre.

lunedì 13 ottobre 2014

Comunicato stampa n. 3/2014

Villavallelonga (AQ), 13 Ottobre 2014 - In data 11 Ottobre 2014 si è riunita l’Assemblea dell’Associazione per deliberare, tra l’altro, il rinnovo annuale delle cariche associative.

L’Assemblea ha nominato, a maggioranza, il nuovo Comitato Direttivo che risulta così composto: 

Presidente: Achille Ferrari
Vice Presidente: Antonella Mastrella
Consiglieri: Nicola Di Ponzio, Pia Ricci

Con la nomina e l’insediamento della nuova Presidenza l’Associazione si occuperà, in particolare, di partecipare, strutturare e realizzare una serie di iniziative informative e di promozione turistica del territorio in un’ottica integrata e coordinata con altre Associazioni, Aziende ed Enti operanti nella Vallelonga e di portare a compimento progetti e attività già avviate con il precedente mandato. 

L’Associazione D.F.P.

martedì 16 settembre 2014

Visita alla Mostra di Andy Warhol, Palazzo Cipolla, Roma

L'Associazione D.F.P. organizza, per i partecipanti al Corso di Disegno e Pittura, la terza Visita guidata alla Mostra di Andy Warhol il prossimo 20 settembre 2014.

L'organizzazione di visite guidate alle varie Mostre di Pittura e d'Arte costituisce un'importante occasione formativa per gli allievi del Corso, finalizzato all'insegnamento e alla conoscenza delle diverse tecniche pittoriche e della Storia dell'Arte in generale.
La partecipazione alle visite è facoltativa.


Ricordiamo a tutti gli interessati che è possibile iscriversi al Corso di Disegno, Pittura e Incisione presso la Biblioteca Comunale di Villavallelonga il sabato e la domenica dalle ore 15:00.

Presso la struttura è possibile iscriversi inoltre ai Corsi di Inglese (Conversation Club) e Yoga.

Le lezioni del ciclo autunnale del Corso di Disegno e Pittura riprenderanno ad ottobre come riportato nella locandina seguente.

lunedì 1 settembre 2014

"Venus" - Mostra di Disegno e Pittura

L'Associazione D.F.P. è lieta di invitarvi alla Mostra dei lavori degli allievi del Corso di Disegno e Pittura "Venus" che resterà allestita dal 1 al 4 settembre 2014 presso la suggestiva cornice di un'antica cantina (Terrata).

Il Corso, diretto dall'Insegnante Maria Candida Pilaroscia e iniziato nel mese di Giugno 2013, ha registrato nel corso del tempo crescente interesse e partecipazione e prevede un metodo di insegnamento personalizzato.

Le lezioni si svolgono principalmente nel fine settimana presso la Biblioteca Comunale, sono previste sessioni all'aperto e visite guidate alle varie mostre ospitate nei principali Musei e Gallerie d'arte di Roma.

E' possibile iscriversi al nuovo ciclo di lezioni, che partirà nel mese di settembre, presso la Mostra oppure in Biblioteca Comunale nelle giornate di sabato e domenica pomeriggio.


Locandina: Sisto Lippa - Nudo: Onelia Martone

venerdì 22 agosto 2014

Presentazione del libro "L'ombra del gattopardo"


L’Associazione D.F.P. organizza Mercoledì 27 Agosto 2014 alle ore 17:30 a Villavallelonga (AQ), in via Lippa (Piazza Olmi), la presentazione del romanzo
L'OMBRA DEL GATTOPARDO” dell'Autore GIUSEPPE FESTA

Giuseppe Festa, è uno scrittore, musicista e artista della Provincia di Bergamo, è laureato in Scienze Naturali e svolge per anni l’attività di educatore ambientale prima di arrivare alla “svolta” musicale con la pubblicazione nel 1999 di un primo disco solista “Voci dalla Terra di Mezzo” ispirato al famoso libro “Il Signore degli anelli”.
Con il gruppo da lui fondato, i Lingalad, pubblica successivamente altri quattro album musicali, ricevendo numerosi riconoscimenti anche a livello internazionale.

A Marzo 2013 Salani Editore pubblica “Il passaggio dell’orso”, romanzo che racconta la storia di un orso confidente e del suo rapporto con gli uomini, ma anche la storia di uomini che vivono e lavorano nel Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise e il loro rapporto con gli orsi e che trae spunto dalla sua passata esperienza come volontario.

Il romanzo, ristampato più volte, ha riscosso un enorme successo e un ampio consenso tra il pubblico indistinto, destando l'attenzione della critica ed è stato inoltre pubblicato in edizione scolastica dalla Mondadori.

Nel corso del 2014 Giuseppe Festa è stato, inoltre, Autore di interessanti reportage sulla natura trasmessi da RAI 2 ("La magia del lupo", "Il mistero del gattopardo", "Il guardaparco e l’orso", "Il tesoro dei Lakota", "Ladri di aquile"), documentari le cui riprese hanno interessato anche il territorio del Parco e in particolare il comune di Villavallelonga.

A distanza da un anno dalla pubblicazione de "Il passaggio dell'orso", presentato, tra l'altro, la scorsa estate presso la Biblioteca Comunale di Villavallelonga, esce, sempre per Salani Editore, "L'ombra del gattopardo", romanzo che narra la storia di una misteriosa creatura che si aggira nelle foreste più impenetrabili dell'Appennino, un animale leggendario conosciuto col nome di "lupo cerviero" o "gattopardo". Le tracce del felino si moltiplicano: orme, strani versi nella notte, un mantello maculato che scompare tra le ombre del bosco. Il mondo scientifico è scettico, ma un giovane guardaparco indaga sul caso e inizia un'avventura che lo porterà a esplorare oscure zone d'ombra, fuori e dentro di sé.

L'Autore conduce il lettore in un'emozionante viaggio, dalle maestose foreste d'Abruzzo alla sconfinata taiga finlandese; un libro ispirato a una storia vera.

Al termine della presentazione - che vedrà, inoltre, l'esecuzione di alcuni brani musicali scritti dall'Autore nonché la proiezione di filmati inediti - verrà offerto ai partecipanti un aperitivo nel giardino dell'antica cantina ("Terrata") appositamente scelta e allestita per l'evento.

giovedì 21 agosto 2014

Vincitori del Concorso "La Villa in Fiore"

PRIMO CLASSIFICATO
Allestimento n. 1 - Luigi Eramo, Largo Colle Tommaso


Punteggio: 23/30

Motivazioni della Giuria
Di grande effetto e suggestione il colorato ingresso, dove sono stati utilizzati come contenitori per le piante antichi oggetti della tradizione, che contornato dal balcone riccamente fiorito vivacizzano la piazzetta

SECONDO CLASSIFICATO
Allestimento n. 16 - Maria Candida Pilaroscia, Via Campo di Fiori


Punteggio: 22/30

Motivazioni della Giuria
Una scala fiancheggiata da vasi ed oggetti sapientemente decorati con varietà di specie introducono ad un giardino pensile che accoglie anche piante autoctone ed aromatiche, rivelando la dedizione e l’amore di chi lo cura

TERZO CLASSIFICATO
Allestimento n. 3 - Nicolina Lippa, Via Colle Tommaso


Punteggio: 21/30

Motivazioni della Giuria
L’insieme delle ricche fioriture del giardino-cortile e la semplice e raffinata eleganza che incornicia la parete della casa crea un angolo di sogno

PREMIO DELLA CRITICA
Allestimento n. 24 - Francesca Di Ponzio e Maria Carmina Ricci, Largo S. Antonio Abate


Motivazioni della Giuria
Simpatico arredo di uno spazio pubblico. L’esplosione di fiori armoniosamente colorati riveste la parete della strada ed abbraccia la statua del Santo trasmettendo una sensazione di serenità al passante.
Si consiglia la messa a dimora di piccole piante spontanee, da collocare al posto dei fiori recisi,
negli interstizi del muro

MENZIONE SPECIALE D.F.P.
Allestimento n. 11 - Monica Coia, Largo Fontana


Motivazioni dell'Associazione
Allestimento ordinato e preciso, realizzato con creatività e con l’utilizzo di molti fiori. La cura, la costante dedizione e l’attenzione ai particolari, lo rendono capace di valorizzare al meglio il contesto urbano in cui è inserito, sottraendo all’anonimato un angolo molto importante del Paese

lunedì 11 agosto 2014

V edizione del Mercatino delle Creazioni Manuali


Percorso espositivo, laboratorio creativo - 17 e 18 agosto 2014

La realizzazione di creazioni manuali è una prassi particolarmente diffusa tra gli abitanti dei Paesini di montagna come Villavallelonga poiché, durante la lunga stagione invernale, permette loro di impegnare il tempo per dare espressione alle personali risorse creative ed artistiche. L’iniziativa vuol offrire la possibilità a tutti coloro che si cimentano nella realizzazione di creazioni manuali - siano essi professionisti o anche solo appassionati - di mostrare e scambiare a propria discrezione le opere realizzate e di condividere pubblicamente il proprio talento. Gli allestimenti, proposti nel centro storico, creano un valore aggiunto per il Paese stesso e regalano ai visitatori un’attrattiva turistica autentica e suggestiva. In un contesto storico ed economico stagnante e depressivo come quello odierno, inoltre, Il Mercatino si pone come una spinta proattiva al benessere psico-socio-economico della comunità, lontano da un'ottica meramente assistenzialistica e tesa ad incentivare la messa in rete delle risorse dei singoli individui, per stimolare la forma mentis a sperimentare veri e propri progetti di marketing territoriale.

L’evento, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, ha riscosso nel tempo interesse crescente e partecipazione. L’esposizione è molto varia: è possibile trovare creazioni manuali tradizionali, come quelle fatte con uncinetto, decorazioni con découpage, artigianato, dipinti ma anche manufatti realizzati con tecniche compositive più sperimentali e contemporanee. All’interno del percorso espositivo saranno ospitati i lavori dell’Artista Raffaella Simone, pittrice e insegnante d’arte, con all’attivo numerose mostre personali e collettive in Italia e all’Estero e le cui opere sono esposte in numerose collezioni pubbliche e private. Le opere selezionate per il Mercatino si riferiscono in particolare al territorio della Marsica e alle sue suggestioni, il Lago Fucino, il fascino degli antichi Marsi raccontati da Virgilio, il simbolo del serpente e il mito dei serpari di Cocullo, realizzate accostando elementi eterogenei, anche di recupero, per creare un’opera nella quale convergono suggestioni provenienti da diversi universi, il mondo animale, vegetale e umano… “Ho concepito questo lavoro come un insieme di tanti piccoli frammenti, appunti e memorie recuperate” afferma l’Artista, “assemblate e manipolate pensando intensamente al rapporto uomo-ambiente-paesaggio, rapporto profondissimo viscerale a volte molto tormentato. Ogni luogo, come ogni uomo possiede una memoria.

L’edizione di quest’anno sarà inoltre arricchita dall’esibizione live del “Mimma Pisto Quartet”, quartetto musicale composto da Mimma Pisto alla voce, Pietro Vincenti alle tastiere, Claudio Giusti al sax e Pasquale Angelini alla batteria, che allieteranno la serata del 17 agosto con un ampio repertorio musicale Funky, Soul & New Jazz. L’evento musicale e culturale è organizzato anche grazie al contributo del Comune e del Bubbo Pub di Villavallelonga. Durante la serata del 18 agosto si terrà invece la premiazione della prima edizione del Concorso per allestimenti floreali “La Villa in Fiore”.

All'imbrunire, le creazioni manuali esposte sugli scalini che anticipano gli antichi portali del Borgo Antico, l’illuminazione soffusa e le raffinate selezioni musicali, faranno da cornice a una serata mistica, rilassante e suggestiva.

L’Associazione ringrazia il Mercante in Fiera di Luco dei Marsi (AQ) per le scenografie e La Fusione a Freddo per l’integrazione al service audio.

Per regolamento e modulo d'iscrizione cliccare qui.

Informazioni: 329 3996534

lunedì 21 luglio 2014

VI Giornata Ecologica e Recycled Art per bambini e artisti - 26 e 27 luglio 2014

L’Associazione di Promozione Sociale D.F.P. - in collaborazione con il Comune di Villavallelonga (AQ) e le Associazioni locali, con il patrocinio del PNALM e con il contributo di ACIAM S.p.A. Servizi Energetici e Ambientali - è lieta di invitarvi alla
VI Giornata Ecologica e al “Recycled Art” per Bambini e Artisti
che si terranno a Villavallelonga (AQ) il 26 e 27 luglio 2014.


La tutela dell’ambiente rappresenta un problema di grande attualità ed importanza con il quale l’intera Comunità Internazionale si confronta quotidianamente. La nostra Associazione è da sempre impegnata nella realizzazione di progetti ed iniziative finalizzate alla sensibilizzazione delle persone sulle tematiche legate ai rifiuti ed al loro corretto smaltimento, soprattutto delle giovani generazioni. Pertanto essa intende organizzare - anche quest’anno - due giornate dedicate al tema dei rifiuti, del rispetto dell’ambiente, dell’educazione, del gioco, dell’informazione e dell’arte. L’iniziativa è rivolta ai cittadini, turisti, studenti, associazioni, comitive di amici, artisti e chiunque voglia contribuire alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio ambientale e dell’antico abitato, principali fonti di ricchezza e di orgoglio per il nostro piccolo Paese.

Nella prima giornata si procederà alla raccolta dei rifiuti ed alla pulizia di alcune zone del Paese e dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Durante la giornata sarà, inoltre, offerto dal Comune, un pranzo per i partecipanti preparato e servizio presso il Centro Anziani.

Nella giornata successiva si procederà all’allestimento, da parte degli Artisti partecipanti, di “opere” realizzate con i rifiuti e con il materiale riciclato raccolto, nonché all’organizzazione di attività ludico-educative per i bambini.

La possibilità di utilizzare i rifiuti come materiali per realizzare opere d’arte conferisce, a questi ultimi, un valore trasformativo e di risorsa anziché confermare la riduttiva visione per cui i rifiuti siano semplicemente qualcosa di cui sbarazzarsi. Le diverse espressioni artistiche rappresenteranno inoltre l’esempio della pluralità umana, dove ogni singola opera d’arte ha valore in quanto unica e diversa, cosi come ogni essere umano è espressione di un valore in sé, in quanto entità unica e diversa da ogni suo simile.

Ogni partecipante si assume la propria responsabilità in caso di incidente e danni a cose e/o persone che dovessero verificarsi durante le due giornate. Si raccomanda di indossare un abbigliamento adeguato, di munirsi di guanti, sacchi per immondizia e altre attrezzature utili per la pulizia e la raccolta dei rifiuti. Gli organizzatori forniranno comunque attrezzature e materiali di base.

Per la partecipazione dei bambini e dei minorenni è necessaria l’autorizzazione e la presenza dei genitori.

L’iniziativa consentirà di poter trascorrere una piacevole giornata nella natura incontaminata delle foreste del Parco, di visitare il centro storico del Paese, e di poter esprimere le proprie capacità artistiche in questa “singolare” forma d’arte.

mercoledì 16 luglio 2014

Concorso "La Villa in Fiore" 2014


E' possibile consultare, scaricare e stampare il Regolamento e la scheda di iscrizione al concorso cliccando sui link. 

GIURIA DEL CONCORSO 

La Giuria è stata scelta dall'Associazione tra il personale del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise con specifiche competenze ed esperienza pluriennale nell'impostazione, realizzazione e cura dei giardini dei Centri Visita e delle Aree Verdi e nell'organizzazione di analoghi concorsi e manifestazioni.

Essa è composta dei seguenti tre Membri:

- Giovanna Colasante, Servizio Educazione e Didattica

- Arcangelo Serone, Servizio Sorveglianza

- Luciano Vitale, Servizio Sorveglianza

La Giuria visiterà tutti gli allestimenti in concorso ed attribuirà un punteggio e un giudizio agli stessi in base ai criteri stabiliti dal Regolamento del Concorso.

Per garantire una valutazione oggettiva e indipendente verrà garantito l'anonimato dei partecipanti.

I nominativi dei tre vincitori e quello del premio della critica saranno resi noti nel prossimo mese di agosto.

Aggiornamento 24-07-2014:


Si informano gli interessati che nella mattinata di ieri si è svolta la visita della Giuria ai 25 allestimenti floreali partecipanti al Concorso.

La Giuria è rimasta piacevolmente sorpresa dell'efficiente organizzazione del Concorso, dell'elevata partecipazione della popolazione e dell'alto livello qualitativo degli allestimenti realizzati.

I vincitori del Concorso saranno resi noti nel prossimo mese di agosto una volta completata l'accurata fase di valutazione.

Gli allestimenti saranno visitabili e fotografabili fino al 5 settembre in base al percorso numerato riportato nella piantina che sarà disponibile anche in forma cartacea presso i pubblici esercizi del Paese.

lunedì 9 giugno 2014

Nelle Terre degli Orsi 2014

INFORMIAMO CHE L'ESCURSIONE DI SABATO 14 GIUGNO "IL SUONO DEL BOSCO" E' RINVIATA AL 5 LUGLIO 2014.


L’Associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano - Onlus “Salviamo l’orso” in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale D.F.P. organizzano un secondo ciclo di escursioni nelle terre frequentate dall'orso bruno marsicano rivolte, in particolare, ai rispettivi associati.

Con esperti naturalisti e conoscitori del territorio percorreremo sentieri di alta montagna visitando i diversi versanti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise alla scoperta delle abitudini, conoscenze e curiosità legate al plantigrado e alle altre specie animali e vegetali.

La prima escursione intitolata “Il Suono del Bosco” si terrà a Villavallelonga (AQ) sabato 14 giugno 2014, in località Monte Serrone, ed è dedicata alla scoperta e al riconoscimento degli uccelli con l’Ornitologo del Parco del Gran Sasso Monti della Laga Carlo Artese.
L’iniziativa è patrocinata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

La seconda escursione ”Nelle terre dell’orso e del camoscio” si terrà sabato 28 giugno 2014 nel versante molisano del Parco, in particolare presso Monte Meta e Passo dei Monaci, località abitualmente frequentate dal camoscio d’Abruzzo con osservazione delle fioriture primaverili di alta quota.

mercoledì 16 aprile 2014

Digital Love - 26 aprile 2014


DIGITAL LOVE: Musica, Arte, Immagini nell’Era dell’Amore Digitale

Ingresso dalle ore 00:00

Open Act Live Nadia Casari aka Keilan

A seguire

DJ SET

Anthony Ray

Daniele Rosati

Quore

Valerio Panfili

SPECIAL GUEST

Digital Boys (Ballerini)

Elektro Women (Ragazze Immagine)

Milla Make Up (Body Paint e Trucco per i partecipanti)

Durante la serata verrà inoltre proiettato in ANTEPRIMA il Videoclip del Remix di RAIN, brano trance progressive composto nel 1998 dal duo italiano Brainbug conosciuto a livello internazionale, scritto e interpretato da Nadia Casari, allora lead vocalist del progetto.
Il Videoclip del nuovo brano prodotto e arrangiato da Luciano Madon, è stato coprodotto dalla D.F.P., diretto da Giovanni Giacobelli e Stefano Ricco, interpretato, tra l’altro, da alcuni ragazzi di Villavallelonga e girato nella faggeta di Vallone Tasseto nell’Ottobre 2013.

La D.F.P. si riserva il diritto di selezione all’ingresso.

Info Line: 329 3996534

domenica 13 aprile 2014

2070 battute: Storia di Villavallelonga (2)

Racconto estratto dal libro di Leucio Palozzi “Storia di Villavallelonga” del 1982.
Il racconto ricostruisce il terremoto del 1915 dal punto di vista della cronaca nazionale, ponendo l'accento sul senso di collaborazione e solidarietà della popolazione di Villavallelonga.

Il libro è disponibile al prestito, alla consultazione e alla vendita presso la Biblioteca Comunale.

Il terremoto marsicano del 1915

Alle ore 7,55 di mercoledì 13 gennaio dell’anno 1915 alcune scosse sismiche, durate circa 20 secondi, ferirono gravemente la terra marsicana. Il territorio in pochi attimi fu devastato, le opere in gran parte distrutte, la vita di molti abitanti cessò e, seppure con il freddo intenso, le strade furono in breve affollatissime sbugiardando l’espressione rivolta al poltrone: <<Manghe i tarramute te smòve>>. L’epicentro si registrò nel bacino del Fucino e ciò fece riemergere le polemiche sul prosciugamento del lago; ad Avezzano si ebbe la maggiore rovina, mentre i Centri circonfucensi subirono più o meno danni, a causa della differente costituzione litologica del sito topografico dove sorgevano gli abitati.

I giornali dell’epoca hanno pubblicato molte cronache con dovizia di particolari e di una di queste pagine risulta una drammatica e significativa testimonianza. Alle ore 9 del 18 gennaio l’inviato speciale del periodico La Tribuna mosse da Avezzano lungo una via fiancheggiata da cadaveri e si fermò nei pressi di un gruppo di persone fra le quali riconobbe l’onorevole Sipari che stava ascoltando un giovane taciturno e malinconico. Il profugo raccontava la sua esperienza: <<Io sono vivo per miracolo. Del mio paese non è rimasta in piedi una casa. Il terrore e l’angoscia la non ha limiti>>. Dopo queste parole l’onorevole chiese: <<Quale paese?>>. E il giovane rispose ancora: <<Villavallelonga. Il paese estremo di queste montagne marsicane, oltre Luco, oltre Trasacco, oltre Collelongo. Io non so come sono vivo e come abbia potuto salvarmi con mia madre. C’è cascata addosso la volta di tre piani>>.

La commozione fu tale che i presenti decisero di andare a Villavallelonga e le automobili affondarono <<in un viottolo sfasciato trabalzando nel fango>>. L’inviato riferisce altre notizie del suo pellegrinaggio e poi descrive l’arrivo a Villavallelonga: <<Proseguiamo per questo estremo paese della Marsica a mille metri di altitudine. Lasciamo a destra il paese di Collelongo che visiteremo al ritorno. L’automobile percorre una via che si svolge su per i contrafforti dell’Appennino. Ecco la chiesuola di campagna di San Leucio, protettore di Villavallelonga. Uno squarcio enorme è visibile a distanza: dentro anche il Santo è caduto frantumandosi. All’entrata del paesello con 2 mila abitanti, vediamo il Palazzo comunale gravemente lesionato e il garage di una Società automobilistica, il cui tetto è crollato. Ci sono circa 70 morti e 200 feriti, alcuni dei più gravi sono stati portati a Roma, altri sono in traballanti baracche costruite con tavole tolte alle rovine. Tra i morti sono contadini e negozianti. Ho notato questi nomi: Coccia Carmine, Angelo Serafini, Natale e Pasqua Tantalo, Antonio Serafini, Tantalo Nicola. Più di venti cadaveri sono ancora tra i rottami. La popolazione ha dato prova di rara disciplina. Essa ha subito provveduto da se a scavare le macerie. Anche a  Villavallelonga la strage delle case è totale. All’interno è tutta una maceria e le provviste di grano e di patate sono rimaste sepolte. Tutte le chiese sono crollate. Ho veduto la chiesa parrocchiale: il tetto è sprofondato e le mura esterne si reggono per un miracolo di equilibrio. In questo tempo cinque minuti prima che il terremoto travolgesse questa plaga di Abruzzo era raccolta tutta la popolazione perché si celebravano le funzioni per il matrimonio di due ricchi paesani. Il corteo era uscito sulla piazzetta quando è avvenuto il grande crollo. Cinque o sei vecchiette che si erano indugiate nella chiesuola sono rimaste sotto i cumuli e non fu possibile il salvataggio se non per due di esse. Una ventina di popolani si sono salvati per miracolo>>.

Dopo la descrizione della situazione trovata, il cronista ritiene doveroso soffermarsi sull’abnegazione manifestata dai cittadini: <<Questo paese merita di essere segnalato. L’iniziativa privata ha qui avuto benefica ed esemplare affermazione e se in tutti gli altri luoghi colpiti si fosse rivelata una tale virtù nelle popolazioni, l’opera dello Stato avrebbe trovato terreno infinitamente più atto allo sviluppo della sua opera di soccorso. Il Sindaco, Angelo Ferrari, e il dott. Di Ponzio, sono due individui che è doveroso indicare quale esempio a quanti altri si trovarono nelle loro condizioni. Essi hanno fermato le reclute che dovevano partire, militarizzandole per gli scavi, hanno requisito le poche derrate trovate in fondo alle rovine. Hanno improvvisato delle cucine economiche, hanno distribuito con buoni del Sindaco razioni ai cittadini, ed ora anche per consiglio dell’egregio ing. Petrilli e dell’on. Sipari tentano di riattivare il mulino e le comunicazioni automobilistiche con Avezzano. Tutto questo è avvenuto per virtù di popolo e disciplina di amministrati e amministratori. Così fu possibile ai cittadini di Villavallelonga salvare oltre un centinaio di persone, con un lavoro audacissimo e ordinato; e così fu loro possibile organizzare i primi servizi urgenti di sussistenza e assistenza per non far morire di freddo e di fame gli scampati. Debbo però subito avvertire che questo confortante fenomeno di solidarietà cittadina – tanto più confortante quanto più grave è la strage – non ho potuto ammirare in altri luoghi>>.

Una pagina di cronaca che oggi è storia e testimonia la situazione dei profughi di questo estremo e isolato  Centro della Marsica che dopo cinque giorni dal terremoto aveva fatto appello alle sue sole forze, ma le condizioni si aggravarono ancora; infatti il 20 gennaio una bufera di neve infuriò nella Marsica e il 22 fu pubblicato un appello di Collelongo dove si narrava che a dieci giorni dal terremoto non avevano ricevuto alcun soccorso.

Le testimonianze dei cronisti, però, debbono essere integrate con la lettura dei dati che a Villavallelonga sono attestati nei libri parrocchiali. Le vittime registrate il giorno del terremoto (13 gennaio) furono 46, di cui 16 al di sotto dei 25 anni, 9 tra i 25 e 50 anni e 21 con oltre 50 anni. Nei due mesi successivi la triste sorte fu seguita da altre 20 persone, di cui 17 tra i 64 e i 91 anni; nel restante periodo dell’anno si ebbero altri 30 decessi per complessivi 96 morti; tuttavia seppure il 13 gennaio può essere annoverato come il giorno più luttuoso, non altrettanto si può dire per l’anno 1915 che non fa registrare l’infausto primato.

La popolazione fu colpita nella vita e nelle opere, nei ricordi del passato e nei segni monumentali della sua esistenza. La chiesa secolare, prima sede della parrocchia edificata sotto il titolo originario di S. Nicola, fu rasa al suolo e la chiesa della Madonna delle Grazie, preziosa testimonianza dell’influenza benedettina, già intitolata a S. Bartolomeo, fu gravemente danneggiata al pari della chiesa di S. Leucio. L’esercizio del culto fu assicurato celebrando le funzioni liturgiche in una baracca di legno appositamente costruita in Largo Crocicchia, nei cui pressi si trovavano anche le prime capanne di ricovero per i terremotati. Dalla relazione degli ingegneri che il 31 gennaio visitarono il paese, risulta che il 30% degli edifici fu dichiarato abitabile, mentre il 50% fu mediamente leso e il restante 20% si trovo distrutto; dal documento risulta ancora che le case senza bisogno di lavoro erano 150 e che il mulino era riattivabile.

La gran parte delle case distrutte si trovava arroccata intorno alla Chiesa parrocchiale e con queste distruzioni e successive ricostruzioni molte caratteristiche della Rocca di Cerro medioevale sono state cancellate, anche se negli ultimi tempi alcuni indizi sono stati ricondotti alla luce e sul posto è possibile ricostruire alcuni profili ambientali e testimonianze di vita.

Il comitato dei Lavori Pubblici ha a suo tempo ritenuto che il fattore edilizio fosse quello che aveva maggiormente influito nel cedimento o nella resistenza di fronte alla scossa, anche se si doveva riconoscere una debita parte della struttura geologica e della conformazione topografica del suolo sul quale sorgevano le abitazioni. Per la ricostruzione delle case furono concessi alcuni mutui che, soltanto in epoca successiva, vennero trasformati in contributi; tuttavia le complesse procedure non permisero a molti di usufruirne, anche se a tale scopo molti edifici furono inevitabilmente distrutti e non mancò l’indignazione per lo sfruttamento della grande sventura nazionale.

Dalle primitive baracche di legno gli abitanti furono sistemati in altre provvisorie costruzioni di laterizio che hanno condotto in locazione; la successiva mancanza di interventi definitivi ha indotto gli abitanti a richiederne l’acquisto in modo da provvedere alle necessarie ristrutturazioni, facendo cessare la lunga emergenza.


martedì 1 aprile 2014

Digital Love - 26 aprile 2014


Dopo tre lunghissimi anni dallo strepitoso e chiacchierato Friendly Dance Party “Love is Love”, la D.F.P. è lieta di presentare, in occasione del ventennale, “Digital Love”, un remake evolutivo del progetto “Technological Love” organizzato nel lontano 24 aprile 2008.

L'era del digitale, del post-moderno come indiscussa protagonista del tema di questo Party.
I ritmi frenetici, la troppa materialità e la poca spiritualità, la perdita di valori fondamentali, l'estinzione del gusto della semplicità, del naturale e del bello porteranno a chiederci: Chi siamo? Dove stiamo andando?
Con il passare degli anni e con la continua innovazione tecnologica riusciranno a farci diventare robot, ma soprattutto non esisteranno più l'irrazionale e i sentimenti.
L’amore e le emozioni saranno vissute sempre più via cavo…
Nel 2070 saremo ciò che decideranno per noi...Chi deciderà? La Technologia.

Allieteranno la serata vari DJs e tanti ospiti provenienti da galassie lontanissime, discesi appositamente sulla Terra per rinnovare l’appuntamento con il nostro dance floor digitale.
Nel frattempo vi invitiamo ad inizializzare il sistema operativo per prepararvi alla digitalizzazione!


La D.F.P. si riserva il diritto di selezione all’ingresso.


giovedì 27 marzo 2014

Visita alla Mostra di Mogliani, Soutine e gli Artisti maledetti, Palazzo Cipolla, Roma

L'Associazione D.F.P. organizza, per i partecipanti al Corso di Disegno, Pittura e Incisione, la seconda Visita guidata alla Mostra di Modigliani, Soutine e gli Artisti maledetti il prossimo 30 marzo 2014.

L'organizzazione di visite guidate alle varie Mostre di Pittura e d'Arte costituisce un'importante occasione formativa per gli allievi del Corso, finalizzato all'insegnamento e alla conoscenza delle diverse tecniche pittoriche e della Storia dell'Arte in generale.
Ricordiamo a tutti gli interessati che è possibile iscriversi al Corso di Disegno, Pittura e Incisione presso la Biblioteca Comunale di Villavallelonga il sabato e la domenica dalle ore 15:00.
Presso la struttura è possibile iscriversi inoltre ai Corsi di Inglese (Conversation Club) e Yoga.

domenica 16 marzo 2014

Life Arctos - Sanità animale e orso bruno marsicano


Incontro informativo pubblico che si terrà a Villavallelonga (AQ) il 27 marzo alle ore 18:30 rivolto agli allevatori, cacciatori, tartufari, veterinari, associazioni di categoria e cittadini residenti nei Comuni della Vallelonga (Villavallelonga, Collelongo e Trasacco) per l'illustrazione delle azioni di tutela e conservazione dell'orso bruno marsicano nell'ambito del Progetto Europeo "Life Arctos" e per la successiva fornitura gratuita delle vaccinazioni per cani contro il cimurro.

martedì 4 marzo 2014

2070 battute: Storia di Villavallelonga (1)

Racconto estratto dal libro di Leucio Palozzi “Storia di Villavallelonga” del 1982.
Il testo ripercorre le origini medioevali del Paese per arrivare fino ai primi anni '80, ricordando le figure illustri e descrivendo aspetti storici, culturali e scientifici del territorio.

Il libro è disponibile al prestito, alla consultazione e alla vendita presso la Biblioteca Comunale.

Dalla Riserva di Caccia Reale al PNA

La parte sud-orientale della Vallelonga, occupata dal Comune di Villavallelonga, si insinua, a giusta di cuneo, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. In tale territorio si trovano numerosi itinerari naturalistici non contaminati da insediamenti artificiali, ne disturbati dal transito veicolare.
L’esistenza del Parco è oggi una realtà che merita di essere conosciuta nei suoi presupposti storici, in modo da porre in luce il ruolo della popolazione locale che ha vissuto in un naturale isolamento, favorito dalla condizione feudale  fino al 1806, dalla barriera lacustre del Fucino fino al 1875 e dalla chiostra dei monti che si susseguono a corona lungo le due convergenti catene della Vallelonga. Quest’area, qualificatasi negli ultimi tempi per il preminente valore naturalistico, consente di verificare la peculiare evoluzione dei criteri di riferimento dell’uomo col suo ambiente ed il cambiamento delle condizioni di vita e lavoro, degli usi e dei costumi tradizionali, che seguono alle esperienze protezioniste condotte nel secolo scorso e in quello attuale.
Fuori dal sistema feudale la Marsica è stata interessata dal prosciugamento del Lago di Fucino e dalla costruzione delle strade obbligatorie che hanno facilitato la conoscenza di questo territorio. Un bel documento epigrafo del 1856 costituisce la pietra miliare che riconosce il valore naturalistico del territorio di Villavallelonga. La piccola pietra, trovata nel centro storico, è ancora collocata sopra il portale n. 32 di Via Colle Quaresima e dice così: << AD HUNC COLLIS QUADRIGESIMALIS BALSAMINUM Aer ReSPIRANDUM ACCeSI M.G.B. A.D. 1856>>. Il messaggio esprime i seguente significato: Sono venuto a respirare quest’aria balsamica di Colle Quaresima.
Il primo personaggio illustre che in epoca moderna ha valorizzato le montagne del Parco è Vittorio Emanuele II, ultimo Re di Sardegna e primo Re d’Italia, denominato Re galantuomo e padre della patria. Da buon cacciatore il Sovrano era attento alla descrizione delle risorse dell’alta Marsica ed in particolare degli estesissimi e secolari boschi che nascondevano una copiosa selvaggina, peraltro poco insidiata dai cacciatori locali, a causa delle armi ancora assai rudimentali da questi possedute. La ricchezza della fauna si esprime in molti toponimi della Vallelonga: agli orsi rimanda il Coppo dell’Orso, ai cervi conduce la Valle Cervara, ai gattopardi (o lince da pardus) fa pensare il rotondeggiante Colle Pardo. Inoltre il torrente Carnello, oggi fossato di Rosa, doveva essere così chiamato perché traeva alimento dalle acque displuviali e sorgenti che segnavano zone ricche di selvaggina.
Nel 1872 il sovrano d’Italia aveva finalmente deciso di cacciare l’orso nelle montagne marsicane e i consigli comunali (Castellafiume, Balsorano, Collelongo, Villavallelonga, Lecce, Gioia, Pescasseroli, Opi) si affrettarono a deliberare, nella sessione di ottobre, di riservare la caccia grossa al Re galantuomo e così fu istituita la Riserva di Caccia a Vittorio Emanuele II. I programmi di caccia prevedevano anche feste e musiche e l’itinerario più suggestivo veniva indicato nella traversata in mulattiera da Balsorano a Collelongo e da Villavallelonga a Pescasseroli.
Dopo il 1878, il successivo Re Umberto I non si mostrò interessato al mantenimento della riserva e la soppresse; ma, nel 1900, Vittorio Emanuele III, nuovo sovrano d’Italia, ripristinò la Riserva Reale e, nell’autunno del 1907, fu  invitato a cacciare l’orso nel territorio di Villavallelonga. La popolazione aveva preparato grandi accoglienze e i cacciatori del luogo con le guardie rege avevano predisposto un dettagliato programma di caccia. La zona della battuta era stata individuata nel Vallone Martino, dove il Re si appostò dopo aver lasciato alla fonte Tricaglie la propria vettura a motore (la prima giunta in Paese) e dopo essersi inoltrato nella boscaglia con cavalli e guide. La battuta per lo scaccio dell’orso non tardò a convogliare un bellissimo esemplare nell’area di osservazione del Re, ma  il sovrano rinunciò a colpirlo ed  impedì che altri potessero farlo.
La visita di Vittorio Emanuele III non mancò di soddisfare alcune richieste della popolazione locale, come il risarcimento dei danni causati al bestiame e l’interessamento perché il postale giungesse fino a Villavallelonga. Però, con il passare degli anni, le spese per i danni crebbero copiosamente e nel 1912, la Casa Reale rinunciò alla riserva, limitando, con un decreto dell’anno successivo, la sola caccia al camoscio.
La soppressione della Riserva di Caccia non poteva che comportare, in mancanza del rimborso danni, la necessità per i naturali del luogo di ridurre il numero degli animali ritenuti responsabili del danneggiamento, con l’ovvia conseguenza di assottigliarsi inevitabile di tutta la fauna locale. Dalla statistica degli esemplari uccisi o catturati nel secolo che precede l’istituzione dell’Ente Parco è possibile cogliere il verificarsi di questo fenomeno.
Dal 1921, con la costituzione dell’Associazione Pro Montibus e, successivamente, con l’istituzione dell’Ente Autonomo del Parco Nazionale d’Abruzzo e del Consorzio per la Condotta Forestale Marsicana, fu possibile avviare un diverso protezionismo e si ebbe << una novella prova delle buone disposizioni delle popolazioni del Parco, le quali, con assoluta fiducia, hanno rimesso, in tal modo, la tutela dei loro maggiori interessi nelle mani dei dirigenti dell’ente autonomo>> del P.N.A..
I cittadini di Villavallelonga avevano molta fiducia che il Parco potesse concorrere a promuovere le iniziative turistiche e lo sviluppo economico del luogo; risulta, infatti, che il Sindaco, nel 1925, aveva comunicato all’Ente Parco il desiderio di alcuni cittadini di investire i propri diritti, in forma di contributo, per la costituzione di un albergo, impiegando nell’opera lire 300.000, ma la disponibilità manifestata non determinò il fattivo impegno dell’Ente.
Negli anni successivi i naturali del luogo sono stati più volte rimproverati per l’eccessivo commercio della legna, che tuttavia era colpito dalla tassa comunale di esportazione, e così anche per la cattiva abitudine di tagliare alberi a m. 1,50 dal suolo che comporta la perdita di molto materiale. I Villavallelonghesi negli anni venti esportavano ogni anno circa 2.500 metri cubi di legname ed altrettanti sostituivano il consumo locale, per cui, se da un calcolo approssimativo il bosco non poteva fornire più di 5.000 metri cubi (circa 40.000 quintali) senza intaccare il suo capillare boschivo cioè senza tagliare più di quanto il bosco era in grado di produrre, non pare che allora si siano verificati eccessivi abusi. Gli accusatori volevano tutelare le foreste <<dall’ingordigia smodata delle popolazioni e tener fronte a tutte le deviazioni facili a sorgere nelle menti di gente ingenua ed abituata a considerare il bosco come suo>>.
L’obiettivo di tutela che si pretese di assumere da parte di tali accusatori non conseguì molti apprezzabili risultati, giacché veniva formulato da posizione ingrata e ingenerosa nei riguardi dei naturali del luogo. E’ sufficiente il riferimento ai documenti feudali per rintracciare le plurisecolari privazioni di questa gente che tutto ha potuto dire men che qualcosa fosse stato suo o affermare il suo diritto agli usi civici, mentre ha dovuto condurre una quotidiana lotta per la sopravvivenza, che era dettata dalle necessità esistenziali e non dall’ingenuità delle menti. Piuttosto le ditte forestiere, queste si ingorde, hanno avviato quella che Loreto Grande chiamò la strage degli alberi innocenti.
L’Ente Parco, dopo essere stato soppresso nel 1933, per il passaggio della gestione delle montagne all’azienda di Stato per le foreste demaniali, fu di nuovo istituito il 21 ottobre 1950. A differenza della prima istituzione, che mirava alla difesa della locale sottospecie endemica del Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra ornata) e dell’Orso Marsicano (Ursus arctos marsicanus), nella legge che ricostituiva l’Ente Parco venivano indicate finalità non solo di tutela, ma anche di potenziamento della fauna e della flora e di conservazione delle speciali formazioni geologiche e delle bellezze paesaggistiche.
Dalle esperienze di caccia, condotte nel quadro della istituita Riserva Reale, si è pervenuti all’esigenza di proteggere la fauna e la flora della Marsica orientale con l’intervento di associazioni e enti, realizzando il significativo passaggio da interessi feudali e venatori ad impostazioni e progetti naturalistici per interventi razionali e sistematici. Per la verità non sempre è stato possibile osservare la razionale programmazione ed il coordinamento degli interventi. Gli scandali urbanistici in prossimità degli abitati di Pescasseroli, Civitella Alfedena e Villetta Barrea sono in contrasto con tale esigenza, mentre gli squilibri realizzati fra i Comuni del Parco con Centri attrezzati e ricettivi rispetto alle notevoli carenze ed insufficienze dei Comuni più decentrati sono incompatibili con l’equa ripartizione dei servizi e delle iniziative.
L’obiettivo di assicurare la fruizione collettiva della ricchezza biologica non può non essere coniugata con l’appoggio delle genti che in loco risiedono e operano, in modo che l’imposizione dei vari vincoli comporti il risarcimento dei danni subiti e non risulti generica, rigida o fittizia nell’indicazione delle opportunità di lavoro, ma sviluppi forme cooperativistiche e modalità di gestione dei servizi che tutelino l’uomo nel suo ambiente e col suo ambiente, cioè l’uomo integrale nelle sue concrete condizioni ambientali.
In tema di presenze deve essere registrata la prima iniziativa, piuttosto discutibile, realizzata a Villavallelonga con il festival musicale-ecologico patrocinato dall’Ente Parco con l’adesione del W.W.F. (Fondo mondiale per la natura), della Lega per l’energia alternativa, della Lega naturista, del Gruppo dimensione e natura dell’Associazione Amici del Parco.  La manifestazione, denominata l’orso nel sacco a pelo con la chitarra, si è svolta sui Prati d’Angro dal 27 al 31 luglio del 1977. Il programma prevedeva dibattici politici-ecologici e musiche che hanno richiamato quasi diecimila giovani provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. L’esplosione dei servizi, di fatto inesistenti, e la natura dell’iniziativa, autogestita, ma non dai locali, hanno evidenziato le carenze più notevoli ed hanno riproposto la necessità di pervenire alla individuazione delle finalità turistiche in relazione alle concrete possibilità ricettive dei servizi in funzione.
Al di là delle incongruenze riscontrate in tale circostanza, sembra acquisito e significativo il ruolo giocato dalle popolazioni del Parco nell’interpretare il passaggio dalla Riserva di Caccia alle esperienze naturalistiche del Parco Nazionale de Abruzzo. I criteri di riferimento per un corretto rapporto tra l’uomo ed il suo ambiente di vita sono andati via via evolvendosi; in questa area, qualificatasi per il preminente valore naturalistico, si deve ora verificare sia la rinascita dei territori montani, sia il progresso economico, sociale e culturale delle comunità locali.

Pietra posta in località Colle Quaresima attestante la salubrità dell'aria di Villavallelonga
Ritratto di Re Vittorio Emanuele II di Savoia, di Tranquillo Cremona

Manifesto dell'evento "L'orso, nel sacco a pelo, con la chitarra"

giovedì 30 gennaio 2014

Comunicato stampa n. 2/2014

Villavallelonga (AQ), 30 gennaio 2014 - In occasione della Celebrazione del Ventennale di quello che oggi è diventata l’Associazione di Promozione Sociale D.F.P., saranno organizzate, nel corso del corrente anno, attività e progetti speciali (mostre, proiezioni, convegni, dibattiti, pubblicazioni, party, tributi ed eventi commemorativi) al fine di ripercorrere e rivivere i vari momenti artistici, culturali, musicali, fotografici, promozionali, ambientali e sociali che hanno contraddistinto l’attività associativa, il cambiamento e l’evoluzione della stessa e dell’intero contesto generale di riferimento, omaggiando, infine, i tanti Personaggi e Artisti che, nel frattempo, hanno ispirato il nostro personale linguaggio creativo.

…Dal 1994 al 2014, da due a 15 soci fondatori (circa), dalla cameretta alle pubbliche piazze passando per Philadelphia, dal 412732 allo smartphone, dalle musicassette ai files mp3, da Gioca e suona con Cristina alla play station, da Non è la Rai al Grande Fratello, dall’insostenibilità del debito pubblico e dei sistemi pensionistici nazionali alla crisi finanziaria internazionale, dalla lira all’€uro, dalla firma del Protocollo di Kyoto alle terre italiane avvelenate, dalle foto virtuali alle pellicole cinematografiche e ai Videoclip, dai copy book al blog, dal monopolio delle scene alle spicciole clonazioni…

Gli eventi organizzati permetteranno, inoltre, a chi non ci conosce, di avvicinarsi alle nostre finalità statutarie e, in generale, al mondo del volontariato.

Nel corso dell’anno, inoltre, l’Associazione effettuerà una valutazione delle attività, dei progetti e degli eventi organizzati sul territorio ai quali parteciperà a vario titolo, tramite il rilascio e la pubblicazione di un apposito rating etico.

Infine, per celebrare il grande compleanno, abbiamo effettuato un remix del logo che, concepito, alla fine degli anni ’90, ha già subito nel frattempo (parallelamente alla frenetica evoluzione tecnologica) alcune piccole modifiche, unitamente ad una serie inedita di simboli distintivi dei diversi campi di attività, ideati appositamente per la ricorrenza.

I nuovi loghi saranno inseriti nelle varie Locandine e Manifesti che faranno da cornice alle tante attività ed eventi commemorativi che saranno organizzati nel corso dell’anno e che saranno di volta in volta comunicati.

Per segnalarci eventi ed attività alle quali avete partecipato e che vi piacerebbe, magari, rivivere, oppure per proporre nuovi progetti ed idee creative potete contattare l’Associazione e contribuire in questo modo a strutturare la programmazione annuale.

Da ultimo, vi salutiamo con uno dei nostri slogan preferiti: “Per chi ha sempre avuto le idee chiare il programma di qualità è uno solo!”.


Lo Staff

Remix 2014 del logo

mercoledì 22 gennaio 2014

2070 battute: Orsi, lupi, camosci... Nei racconti di un Agente del Parco Nazionale d’Abruzzo

Racconto estratto dal libro di Leucio Coccia “Orsi, lupi, camosci... Nei racconti di un Agente del Parco Nazionale d’Abruzzo” – Pescasseroli, 1980. Il testo consiste in una raccolta di racconti pubblicati negli anni '50-'60 sulla famosissima rivista venatoria Diana, con la quale l'autore collaborava.

Il libro è disponibile al prestito e alla consultazione presso la Biblioteca Comunale.

Una seconda cattura di orsacchiotti

La cattura

Erano le 11 circa del 26 aprile scorso allorquando certo Antonio Bianchi da Villavallelonga, che nel bosco “Aceretta” trascinava a valle sulla neve un tronco di faggio, intravide, a non più di venti passi da lui, qualche cosa fra le piante che scompariva rapidamente dietro una bassa roccia. Spinto dalla curiosità, volse i suoi passi alla volta del punto dell’apparizione nella speranza di poter accertare qualcosa mediante la lettura delle eventuali impronte lasciate sulla neve. Giunto presso la roccia scoprì che sotto di essa si apriva un buco angusto e buio il cui fondo scendeva in senso leggermente obliquo, e che sulla neve vicina vi erano soltanto delle ormi somiglianti a quelle di piedini umani di neonato.

A tal vista il Bianchi chiamò alcuni suoi colleghi che si trovavano nei paraggi e, fatto loro osservare quanto da lui scoperto, con l’ausilio di essi, in numero di quattro, credette di potersi dare subito all’opera di cattura. Ma vi dovette, in un primo momento, rinunciare dato che, mentre infilava carponi l’angusto pertugio, l’incauto, e più che tale incosciente, ne venne bruscamente respinto da un minaccioso e più che mai cavernoso ringhio da fare arricciare i capelli a tutti i presenti e farli sbaragliare; segno eloquente che la caverna era abitata da una famiglia di orsi, madre e figli, poiché il maschio è completamente disinteressato all’educazione della prole.

Visto, però, che nessun essere vivente venne fuori dalla tana, la squadra dei catturatori, riavutasi dallo spavento e riacquistato il necessario sangue freddo, per provocare l’uscita della madre dal covile, ricorse al mezzo più sbrigativo e a portata di mano: adunò del frascame presso la caverna, vi appiccò il fuoco e, una volta bene acceso, ve lo spinse dentro. A questo punto l’orsa madre perse la calma e, fatto appello a tutto il suo coraggio per difendere la prole, si lanciò all’aperto come un bolide spargendo intorno a se legni accesi e terrore, minacciando paurosamente i violatori del suo domicilio, che fecero appena in tempo a schivare l’assalto; e non sarebbe andata liscia per essi se l’orsa, abbagliata dal fuoco e dall’improvvisa luce solare aumentata dal candore della neve, non fosse stata improvvisamente attaccata alle spalle da due robusti cani da pastore, incoraggiati dalla presenza del padrone e di tutti gli altri, e non fossero ricorse, come dirò in seguito, delle importantissime circostanze.

L’assalto dei cani e le grida di terrore emesse da tutti i presenti non sarebbero bastati a far allontanare il selvatico adulto dalla tana per compiervi la cattura dei piccoli, per cui, come gli stessi esecutori della temeraria impresa ammisero, essi debbono la loro salvezza non solo all’intervento dei cani ma principalmente allo stato di abbattimento in cui l’orsa versava e che solo in minima parte può attribuirsi alla mancanza del cibo per l’abbondante quantità di neve che ancora ricopriva la zona, o all’aver ceduto parte del suo vigore al nutrimento dei figli, ma la vera causa del fisico abbattimento dell’orsa va ricercata in una qualche malattia che da tempo doveva martoriarla. Inoltre non va esclusa, anzi va accolta con considerazione, l’ipotesi che il selvatico, all’improvvisa vista, della gente presso il suo rifugio, se ne sia allontanato per attirare su di se l’attenzione del nemico, e solo per ultima quella che il selvatico sia fuggito per mettere in salvo la propria pelle.

Percorso un centinaio di metri in discesa, affondando nella molle neve primaverile, l’orsa, sempre inseguita dai cani e da tre uomini, armatisi di tizzoni accesi, tentò un ritorno ma il caso volle che ciò avvenisse proprio dove una lunga stipa di frascame, aggrovigliato e ricoperto di neve, aveva formato una specie di barriera che non poteva essere superata da un essere stremato di forze.

A questo punto i tre uomini lanciarono i tizzoni contro il selvatico, il che lo fece desistere dal tentativo di riguadagnare la tana. Nel frattempo uno degli altri uomini rimasti presso la tana vi si introdusse e, uno per volta, ne trasse fuori due orsacchiotti che, caso strano, nonostante la loro tenera età, si ribellavano ferocemente a colpi di zampa, munite di unghioni sviluppati oltre il normale, e affondando i piccoli aguzzi denti nelle mani del catturatore tanto da farle sanguinare. La ragione della precoce ribellione e ritrosia, a mio parere (a quell’età gli orsi sono molto timidi e accolgono il nemico ritirandosi spaventati con le spalle al sicuro di qualche riparo ma senza tentare alcuna difesa), va ricercata nello stato bisognevole di nutrimento in cui versavano o per malattia congenita, poiché fra i tanti casi a mia conoscenza non ricordo che giovani della specie si siano, come questi, ribellati. Questa versione trova conferma nel raffronto fatto coi due congeneri, “Lecce” e “Turchio” d’indole bonaria, e con quella formulata dal Dott. Vincenzo Fazi, veterinario di Gioia dei Marsi, alle cure del quale gli orsetti vennero affidati per alcuni giorni, fino a quando cioè non si furono pressoché ristabiliti. Quegli uomini, a mio parere, sono stati temerari e inconsiderati poiché fra tutti non avevano altra arma oltre la scure, e debbono la loro salvezza al precario stato di salute in cui si trovava il selvatico.

Prigionia non sentita

Appena appresa la notizia della cattura, la Direzione del Parco mi affidò l’incarico dell’immediato ritiro dei due giovani prigionieri, che vennero a tenere compagnia a “Lecce” e “Turchio”, coi quali dividono ancora quotidianamente i pasti, le gioie e i... dolori.

I quattro cuccioli che, a giudicare dalle condizioni della loro detenzione, frequentemente e attentamente osservata, sono da ritenersi coetanei, avevano in comune soltanto il colore del pelame, tanto che a giudicare da esso sembrava appartenessero alla stessa cucciolata, ma la loro mole, e quindi il loro peso, differivano del doppio. Difatti, il peso dei primi due, alla data del 30 aprile, era di circa 5 kg ciascuno, mentre i secondi ne pesavano appena 2,500 circa. Il peso odierno (10 dicembre 1955) è: “Turchio” kg 32, “Lecce” 30, “Villa” e “Marcolana” 25. Ho già reso noto il modo a cui dovetti ricorrere per l’allevamento dei primi due, che mi dettero delle serie preoccupazioni, ma a confronto di quello resosi necessario per salvare “Villa” e “Marcolana” può considerarsi un divertimento e quasi mi meraviglio con me stesso per la felice riuscita dell’allevamento; la gran parte dei meriti, però debbo condividerla non solo col Dott. Fazi, ma anche coi miei due mai bastantemente lodati coadiutori, le guardie Del Principe e Petrella, la cui appassionata e intelligente opera mi è stata anche in questo caso di prezioso, valido aiuto. Se i primi due si rimpinzavano per generosa offerta di una cagna prima di una capra dopo, i secondi resero problematico il provvedere alla loro alimentazione dato che, non essendomi stato possibile trovare nelle vicinanze una cagna che potesse allattarli, essi, se avvicinati alle mammelle della capra, trattenuta a viva forza, distribuivano prodigalmente morsi e graffi tali da ridurre a brandelli i capezzoli. Inutili furono i tentativi di far prendere loro il latte con il biberon e simili, quali poppate fatte con zucchero e con miele, ecc., sicché si rese necessario ricorrere all’alimentazione forzata somministrando loro, con cautela, latte munto e addolcito ma facendolo ingozzare per forza. Per compiere questa operazione era indispensabile l’operazione di due persone una delle quali, presi con una mano gli arti anteriori del cucciolo, lo sollevava da terra e con l’altra lo costringeva a tenere la bocca aperta a mò d’imbuto; l’altra persona con un cucchiaio versava lentamente il latte addolcito e lievemente riscaldato nella bocca del riluttante. Nel contempo gli unghioni degli arti posteriori del cucciolo graffiavano energicamente, fino a farli sanguinare, mani e polsi di colui che, per loro bene, li tratteneva nella incomoda posizione. Questo lavoro durò una quindicina di giorni, non riuscendo diversamente a far prendere loro spontaneamente alcun cibo. Durante questo periodo le nostre mani e i polsi erano ricoperti di ferite. Ricorsi al miele puro, che le prime volte veniva ricusato, con la necessaria pazienza e costanza si riuscì a farli abboccare al dolce alimento che veniva servito col cucchiaio fino a quando cominciarono a leccarlo; poscia si passò alla bacinella, nella quale si cominciò ad aggiungere un po’ di latte, leggermente allungato con acqua, che veniva progressivamente aumentato inversamente al miele, che veniva sempre più ridotto fino a formare la miscela nelle volute dosi. L’aggiunta dell’acqua si rese necessaria in seguito ad accertamento, dall’esame delle feci, dell’eccessivo contenuto di grasso nel latte caprino per i giovani prigionieri. Alcuni giorni dopo, all’ora fissata per i pasti, essi reclamavano il latte, che ingoiavano con voracità non comune nella specie. Un mese e mezzo circa dopo si cominciò a somministrare lo stesso alimento che veniva offerto agli altri due, cioè latte addolcito con intriso qualche biscotto, giungendo a formare, lentamente, delle vere pappe che consumavano tanto volentieri che per evitare zuffe bisognò dividere le razioni. Ai biscotti si venne lentamente sostituendo la mollica del pane e alcune settimane dopo si aggiunse al pasto qualche patata cotta, indi frutta, verdura e così via aumentando la quantità di questi alimenti in opposto al latte, che veniva riducendosi fino a sospenderlo, del tutto il mese di agosto, cioè verso il settimo mese di età. Oggi viene dato loro pane, polenta, patate cotte, verdura cruda, frutta, ghianda, faggina, ecc., tutti alimenti che consumano molto volentieri. Finora non si è mai offerto carne e se qualche volta, a titolo di esperimento, è stata avvicinata, è stata palesemente ricusata. Il carattere dei quattro giovani ospiti diviene sempre più docile e quelli che ieri erano i ribelli sono oggi i più affezionati. Essi già riconoscono a distanza, sia alla voce che al fischio e perfino con l’olfatto, chi provvede alle loro cure, e lo accolgono con festosi uggiolii. Vivono vita comune e in buona armonia nella stessa gabbia ma, per evitare liti, al momento dei pasti è buona norma fare in modo che tutti consumino lo stesso cibo e ognuno la propria razione; diversamente romperebbero subito i rapporti di buona amicizia scambiandosi reciproche minacciose ringhiate e se l’uno non cede con le minacce il cibo dell’altro, passando senz’altri preamboli alle vie di fatto, avventandosi ferocemente l’uno contro l’altro. I rancori, però, sono di breve durata e una volta sfogata la momentanea ira riprendono subito dopo a rincorrersi per gioco facendo piroette e capriole nello spazio loro concesso dalla gabbia. “Turchio”, l’unico maschio, ormai riconoscibile anche dall’occhio del profano essendo il più sviluppato di mole, difetta, almeno pel momento, del benché minimo senso di cavalleria e, al contrario, essendo anche il più forte, abbonda di despotismo. Se portati all’aperto, tutti studiano la maniera per meglio dare sfogo ai loro muscoli correndo, saltellando, arrampicandosi per ogni dove e specialmente alle piante, ma la maggiore attrattiva è costruita dai cicli e dai motocicli che cavalcano in tutti i sensi da veri acrobati. La massima distanza che frappongono con l’uomo durante i loro giochi non supera i 40, 50 metri e se il custode, in vena di giocare anch’egli, si nasconde alla loro vista, viene naso al vento, premurosamente ricercato. I sensi, specie quello dell’olfatto, sono già abbastanza sviluppati. Con questi orsetti si può ancora tranquillamente giocare senza timore di essere offesi, e ciò finché ne hanno voglia, ma una volta stanchi o svogliati conviene rinunciare ai giochi se si vuole evitare la sbucciatura di qualche mano.

Quando, in passato, fra i visitatori vi era qualcuno che portava seco qualche leccornia per farne generosa offerta ai prigionieri, veniva da questi riconosciuto e festosamente accolto con uggiolii. Essi si indirizzavano, sicuri, verso il benefattore che distinguevano nettamente dagli altri. Dico in passato poiché, data l’esagerazione a cui alcuni si spingevano forse per accesso di generosità o, molto più facilmente, per vederli più lungamente giocare nella contesa della leccornia, portavano loro biscotti, caramelle, cioccolato, confetti e altri dolciumi, oggi la Direzione del Parco, onde evitare eventuali disturbi gastro-intestinali in conseguenza della abbondante indigestione di sostanze dolci, si è vista costretta ad allontanare ancor più il recinto di filo di ferro spinato per impedire che il pubblico si avvicini troppo alla gabbia dei goffi ma simpatici ospiti.
Sono con me, alla finestra del mio ufficio, tre dei miei quattro "pupilli"
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